In questa occasione vi invitiamo a leggere il commento sul nuovo libro del  nostro socio Nevio Visconti.

a Cura di Vera Gonella

#Antignano, 26 gennaio. Nella sede dell’associazione Insieme si è svolto un incontro con l’autore
del libro “La croce angelica” edito da GRAFFIO, Nevio Visconti, socio della Società di Mutuo
Soccorso fra operai e agricoltori di Buttigliera Alta, uomo poliedrico, pittore, raccoglitore di
memorie e tradizioni paesane ma, soprattutto, con questo testo, depositario e testimone di un
racconto vivissimo di Renato Bello, reduce dal campo di internamento e sterminio di Mauthausen.
Nato nel 1923, sopravvissuto a quella terribile esperienza, segnato per sempre nel fisico e
nell’animo, ha ricostruito con fatica la sua esistenza e si è spento nel gennaio 2024, all’età di 100
anni. Come riferisce Nevio, per lungo tempo, Renato, conosciuto casualmente, non aveva
raccontato il suo internamento a Mauthausen, atteggiamento piuttosto comune in coloro che si erano
salvati. Forse il timore di non essere creduti per quanto avevano visto e patito di inenarrabile o per il
pudore di essere dei privilegiati, di esserci ancora. “Ho cominciato a frequentare Renato e, dopo
molto tempo, si è instaurato fra noi un bel rapporto di amicizia e fiducia, la base indispensabile per
aprire la cassaforte dei ricordi” ha detto Nevio. Da quel momento in poi gli incontri fra i due si
fanno frequenti e il dialogo serrato viene registrato così da conservare tutta l’immediatezza emotiva
e la freschezza dei ricordi, ancora forti e pieni di turbamento. Il protagonista e testimone nel video,
lucido e preciso, mi ha evocato il rigore di Primo Levi, una testimonianza senza biasimo ma che
lascia la parola ai fatti. Renato Bello, nativo di Isola d’Asti, compagno di giochi del futuro
cardinale Sodano, trasferitosi poi a Chieri, nella seconda guerra mondiale era carabiniere,
impegnato nell’isola di Rodi. Dopo l’8 settembre 1943, divenuti i tedeschi nostri nemici, ci furono
giorni di battaglie cruente. Di 975 commilitoni nel Peloponneso, ricorda nel video il sopravvissuto,
solo in 19 si salvarono. A lui toccò un’altra sorte, quella di deportato a Mauthausen. Pagine lette,
testimonianze video e raccontate dall’autore del libro, offrono un tassello in più per tratteggiare un
universo concentrazionario, lucidamente concepito dall’uomo contro l’uomo, col fine della
distruzione passando, però, attraverso la crudeltà più efferata. E Renato l’ha vissuta. Ma come ha
fatto a sopravvivere? Un anno di lager, cm. 187 di un ragazzo poco più che ventenne, di 33 Kg alla
liberazione degli americani. Nel dettaglio, la voce stanca ma chiara di Renato che, nel video, ha
raccontato alcune strategie salvavita: diventare per gli aguzzini un fantasma indossando giacche con
numeri di prigionieri morti, la preghiera e il desiderio di tornare in famiglia. La fede di quest’uomo
ha offerto all’autore Nevio Visconti lo spunto per il titolo del libro; “croce angelica” era infatti il
simbolo religioso di un sogno ricorrente di Renato nel campo. Tornato fra mille difficoltà dopo la
liberazione era così stravolto nel fisico che la madre non lo riconobbe e, forse, non si riconosceva
nemmeno lui stesso. Oggi riposa nel cimitero di Moncalieri (TO) e ci lascia la sua storia nelle
pagine di Nevio Visconti, spunti di riflessione sui comportamenti dell’animo umano. Validi ieri e
oggi.
Vera Gonella